QUASI COME HULK

Quasi come Hulk

Aaaaaaarrrhhhhh
aaaaaaarrrhhhhh
aaaaaaarrrhhhhh
Lo so che non è bello da dire ma io sono

Mi vergogno a dirlo, mi vergogno ad essere verde,
mi vergogno perché non sono come tutti gli altri,
perché parlo male, perché dico sempre:
aaaaaaarrrhhhhh
aaaaaaarrrhhhhh
aaaaaaarrrhhhhh
Tutti mi guardano e dicono tra loro a bassa voce guarda c’è uno verde.
Si è verde e sa dire solo
aaaaaaarrrhhhhh
aaaaaaarrrhhhhh
aaaaaaarrrhhhhh

Io dico spesso:
aaaaaaarrrhhhhh
aaaaaaarrrhhhhh
aaaaaaarrrhhhhh
quando sono arrabbiato, perché quando sono arrabbiato non mi controllo e perché sono un albero e non ho le corde vocali fatte bene.
Perché sono un vegetale, è per questo che sono verde.
Sono verde perché faccio la fotosintesi clorofilliana.
Si faccio la fotosintesi clorofilliana.
Mi metto li, calmo, se mi sono calmato, e faccio la fotosintesi.
Mi metto li, agitato, perché a volte sono agitato, e faccio la fotosintesi.

Sono agitato e preoccupato perché un sacco di gente ha preso questa fissa del pellet.
Perché il pellet?
Se devi bruciare qualcosa ti prego, brucia il gas.
Brucia il petrolio.
No, il pellet.

Ti prego.
La pizza.
Non fare la pizza nel forno a legna.

Ti prego.
Falla nel forno elettrico.

E’ tutta una fissa.
Che la pizza è più buona nel forno a legna è tutta una fissa.
Mi calmo.

A Vignate Toto le pizze le fa nel suo sacro forno elettrico e compra la corrente in Francia dove la fanno con le centrali nucleari e non col pellet o con tutti ipezzi dei miei amici alberi morti.

Non mangio la pizza, se la mangiassi, mangerei quella di Totò.

Tolgo le scarpe, sempre troppo strette scomode e rotte come i miei calzoni e la mia camicia e affondo i piedi nella terra e li bagno. E le radici che ho sotto i piedi cominciano a pompare acqua che sale e gira sotto pelle e il sole la trasforma diventa linfa e mi nutro di sole.
E godo.
E scoreggio ossigeno.

Mi va così e sono solo.
Non c’è nessuno.

Mangio la terra. Produco gas. Bevo acqua.
E guardo il cielo.
E ascolto il cinguettio degli uccelli. Allegri e fannulloni.
E vengono da me.
Cominciano a fare il nido su di me.
E il cielo è azzurro e la linfa sale dentro e mi riempie il tronco, una esplosione energia.
Il sole mi riscalda e gli uccellini cantano.
Cantano. Non smettono mai.
Sono quattro ore che cantano.
Svolazzano.
Cantano.

Aaaaaaarrrhhhhh
aaaaaaarrrhhhhh
aaaaaaarrrhhhhh
Allora! avete rotto il cazzo, andate a cantare da un’altra parte.

Mi strappo di dosso i ramoscelli che mi avevano intrecciato addosso.
Un picchio mi martella il cervello.
Gli do una manata e lo butto 50 metri lontano.
Si attorciglia ma riprende il volo.
Non qui intorno a me. Vorrei vedere.

Aaaaaaarrrhhhhh
aaaaaaarrrhhhhh
aaaaaaarrrhhhhh
Non sopporto gli animali.

Mi piace stare con le mie amiche piante, arbusti o fuscelli.
Funghi.
Raccontiamo cose, ci amiamo forse.
Ci proteggiamo a vicenda.

A volte il funghetto mi dice, dai prendi un fungo.
Quando prendo un funghetto poi vedo tutto strano e rido e sono contento.
E’ morto un fungo ma sono contento e vedo strano.
Ma sono calmo e faccio la fotosintesi clorofilliana.

Dove mi metto di solito ci sono le carote.
Mi piace, le conosco tutte e le ascolto, parlare di nascosto.
La mia preferita è la più piccolina. È la più piccolina perché lei non vuole crescere.
No perché se passa il contadino e vede che è grande la strappa dal terreno e dice cazzo com’è bella grossa questa carota.
E lei dice aaaaahhh, mi fai male. Muoio, se fai così muoio, ti prego mettimi giù, no, cazzo, lo sapevo adesso muoio. E piange.

Le carote palestrate, gonfie e tronfie e piene di tutto il loro arancio si fanno beffa di lei, la mingherlina.
E passa Luigi e le tira su. Con gli occhi innamorati. E le fa giù in insalata. Senza pietà. Con olio e limone.
Lei no, lei, la piccolina non la raccoglie, è troppo piccolina. Nessuno la raccoglie.
E siamo amici da tanto tempo e mi piace così.

Oggi il Luigi è nell’orto con Michele. Il nipotino.

Cinque anni.
Nonno mi prendi una carota?
Anche Nonno Luigi è innamorato delle carote, anche se le mangia.
Certo che ti do una carota, perché Nonno Luigi è innamorato anche di Michele.
Una bella carota!
Ecco, vedi, queste dove vedi l’arancio affiorare come una calotta col ciuffo sono quelle buone, belle grosse, pronte per essere mangiate.
Ma io sono piccolino e ne voglio una piccolina.
Ma Michele quelle piccoline non si mangiano.
Voglio quella piccolina.
Ma Michele quelle piccoline non sono pronte devono crescere.
Voglio quella piccolina. Voglio quella piccolina. Voglio quella piccolina.
Carotapiccola è in panico, giorni di sacrifici, digiuno, rischio anoressia.

Non mi può prendere, nessuno prende le carote piccole e piange e è triste.
Nessuno, nemmeno i bambini.
Nessuno, nemmeno i bambini capricciosi.

Nonno, voglio la carota piccola.
No.
Si.
No.
Uuuuaaaa uuuuuh aaaaaah uuuuhhhhaaahaaah
Voglio la carota piccola e si divincola via dal nonno e la strappa, con avida soddisfazione, dalla terra e lei urla, urla strazianti che io non posso sentire. E lamenti. E dolore. E devastazione. E disperazione.

Solo allora tolgo il piede dalla terra e do una pedata nel culo al bambinolamento che atterra lontano settemetri mentre con la mano sinistra veloce afferro Carotapiccola e la rinfilo nel terreno.
Salva.
Aaaaaaarrrhhhhh
aaaaaaarrrhhhhh
aaaaaaarrrhhhhh
guardo NonnoLuigi, guardo Michele bambinolamento settemetri più in là.

Aaaaaaarrrhhhhh
aaaaaaarrrhhhhh
aaaaaaarrrhhhhh
Con la mano destra mi strappo il gattino di Michele che mi sta stava arrampicando sul tronco.
Lo porto davanti a me stringendolo forte per le zampine.
Bambino di merda, perché invece della carotina non ti mangi il tuo gattino.
Guarda che bello il tuo gattino.
Ora con l’altra mano gli torco il collo.
E lo tiro verso il basso.
E non miagola più.
Non fa più le fusa.
Non tira più fuori le unghiette.
Gli occhi sono un po’ all’infuori.

Penzola.
Inerme, finalmente.

Prova, dico solo prova, a mangiare una carota o un vegetale a caso e me sbatto il cazzo se l’ha piantato tuo nonno e io ti stacco un braccino e me lo mangio.

Non mi frega un cazzo se sono un albero e faccio la fotosintesi clorofilliana, lo mangio e basta.

A Noi alberi, per caso, ci hai mai visto mangiare un animale? No.
Ecco, allora voi animali vi mangiate tra di voi animali e a noi se ci va ci mangiamo tra di noi.
Oppure, se volete, fate come noi.
Bevete l’acqua e mangiate la terra.

Le mosche, voi mangiate le mosche.

Aaaaaaarrrhhhhh
aaaaaaarrrhhhhh
aaaaaaarrrhhhhh
Cazzo, lo sapevo, lo sapevo.

Cazzo diatomee ve l’avevo detto di non mangiare le mosche.
Non mangiate le mosche che qualcuno prima o poi ce lo rinfaccia, cazzo.

Aaaaaaarrrhhhhh
aaaaaaarrrhhhhh
aaaaaaarrrhhhhh

Diatomea, ti prego, non mangiare le mosche.

 

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