GUIDO BRIGHI PARTIGIANO
un piccolo libro per ricordare
di Lorenza Pleuteri (autoproduzione 2025)
Ci sono storie che restano per anni sotto la linea di galleggiamento. Poi basta un’onda anomala, un caso, e riemergono, chiedendo di essere raccolte e raccontate.

Guido Brighi era un ragazzo bello e inquieto, classe 1922, figlio di una agiata famiglia della borghesia milanese. Soldato di leva, coraggioso e atletico, fu assegnato ad un reparto di paracadutisti. Alla notizia dell’armistizio, l’esercito allo sfascio, non chiese aiuto ai suoi per scappare all’estero o nascondersi in un luogo sicuro. Lasciò la divisa e si unì ad un gruppo di coetanei canturini, un nucleo partigiano in embrione. Venne ferito a morte mentre pattugliava la zona tra Alzate Brianza e Orsenigo, in un campo al bordo dello stradone tra Como e Bergamo. La madre fece mettere un cippo nel punto in cui cadde, con una foto di lui composta, nome e cognome, l’anno di nascita e l’anno della fine violenta.
Nei due paesi nessuno sapeva chi fosse e da dove venisse, tranne il figlio del giardiniere che si prendeva cura della stele su richiesta della madre.
I suoi 22 anni di vita sono stati ricostruiti un frammento alla volta (lo stato di famiglia, le pagelle di scuola, la cartella clinica con l’attestazione del decesso, la casa dove è nato, i luoghi di vacanza, la testimonianza di un nipote…), con spazi e mesi di vita rimasti vuoti, da colmare.

La documentazione ufficiale reperita certifica che a strappargli la vita è stato fuoco nemico, una rivoltellata o una fucilata esplosa probabilmente uno dei parà fascisti accasermati sulle rive del vicino laghetto di Montorfano, aggregato ad una unità speciale della X mas. L’epilogo della storia di Guido Brighi, questa storia, porta con sé una consapevolezza, da condividere con ricercatori e lettori.
I capitoli finali sono stati rimessi insieme sulla base di atti e di informazioni di parte e istituzionali.
Come e se esistano altre versioni, dei fascisti, non è dato sapere. Non ancora. Le fonti alternative fin qui consultate o contattate non hanno risposto, nelle prime reti gettate nei mari neri non è rimasto impigliato nulla. Le ricerche continuano. Si chiedono e si accettano contributi.





il libro è acquistabile qui (5 euro)
La collega Vera Paggi racconta la storia di Guido Brighi nel podcast Mille papaveri rossi, in Distoriainstoria.it
