di Diego Pleuteri – Pleto Ple – Accursio Graffeo
a cura di Obeliscoproduction
Peer to Peer si pone l’obiettivo di esplorare la compresenza tra gli esseri viventi in quella che la biologa e filosofa Donna Haraway ha definito come “era dello Chthulucene”.
Lo Chtulucene non prende il suo nome dalla celebre creatura di Lovecraft, ma dal ragno californiano Pimoa Cthulhu, segnalando come l’essere umano possa tessere una rete di collegamenti nella quale abitare, così come il ragno dimora nella sua tela.
L’uomo non è più al centro.
L’antropocene deve finire.
Il tentativo di Peer to Peer è quello di connettere persone e alberi.
Microfoni sui tronchi, sui rami, fra le radici, che trasmettono nelle cuffie dellз partecipanti.
Sensori sullз partecipanti a trasmettere sensazioni all’albero.
Due e più corpi in comunicazione attraverso una rete invisibile.
In connessione.
Peer to Peer.
Ma l’obiettivo finale non è quello di capirsi o di parlarsi.
Non è ancora possibile apprendere un linguaggio, allearsi ad altre forme di vita per costruire quei luoghi-rifugio così necessari nello Chthulucene.
Prima di creare parentele per ricomporre le distanze e le fratture,
prima della sim-poiesi (fare con),
è necessario esplorare la sim-biosi (stare con).
Bisogna sentire.
Ascoltare.
Bisogna de-individualizzarsi, scavalcare i confini dell’identità e della specie, riconoscersi pari a, in un processo di scambio continuo.
In una società che da liquida sta diventando sempre più rarefatta, fino a polverizzarsi, il ritorno al corpo in rapporto al mondo è necessario. Siamo compost, non postumano.
Abitiamo le humusità, non le umanità.
Peer to Peer non è una ricerca spirituale, meditativa.
E’ l’opposto.
Lo spirituale, il trascendente è abbandonato in favore di una piena consapevolezza e pratica di ciò che è materiale.
Il nostro corpo, il corpo albero.
La performance prevede l’alternarsi dellз partecipanti agli elementi connettivi.
Peer to Peer è l’ideale prosecuzione di BeTree e BeWood, due performance dove il centro risiedeva nell’esplorazione dell’altro da sé e nel tentativo di diventare albero, singolarmente nella prima, e poi bosco, collettivamente, nella seconda.
Di fronte all’impossibilità di essere alberi, Peer to Peer accetta come unica possibilità il divenire multi-specie.
Pone l’umano in ascolto dell’albero e viceversa per aprire la strada verso un’intercomunicazione consapevole.
Verso un futuro non antropocentrico.
sotto il link di una traccia di registrazione betulla, a crudo e ripulita, eventualmente ascoltare in cuffia